Protocollo di intesa per la tutela e la valorizzazione del patrimonio faunistisco e ambientale

Siglato l’accordo quadro tra Provincia di Caserta, Provincia di Benevento, Università degli Studi di Napoli Federico II, Parco Regionale del Matese, Parco Regionale Roccamonfina Foce Garigliano, Atc Caserta, Atc Benevento

Al via la partnership per creare sinergie virtuose tra i soggetti istituzionali lavorando sull’immenso patrimonio ambientale e faunistico-venatorio e sulle relative potenzialità turistiche ed enogastronomiche.

I territori ricadenti nell’ambito della Provincia di Caserta, della Provincia di Benevento, dei Parchi del Matese e Roccamonfina Foce del Garigliano, nonché nell’ambito degli ATC Caserta e Benevento, presentano una forte voca¬zione ad ospitare un patrimonio faunistico autoctono di grande entità e valore naturalistico. Al fine di tutelare, valorizzare, armonizzare tale patrimonio, compatibilmente con le esigenze ge¬stionali e organizzative delle aree protette e dell’esercizio delle attività vena¬torie, la partnership che ha aderito al Protocollo si propone obiettivi strategici di largo respiro.

Il Protocollo è un “working in progress” aperto a tutte le buone idee e prassi utili alle finalità strategiche e, sopratutto, a tutti i soggetti pubblici e privati potenziali portatori di tali idee e prassi.

In applicazione del presente Protocollo di Intesa, i Partners si coordineranno per realizzare progetti condivisi finalizzati a:

  1. promuovere corsi, seminari, master specialistici per ricercatori e tecnici per i censimenti qualitativi e quanti­tativi della fauna stanziale e migratoria secondo i protocolli ISPRA;
  2. individuare metodolo­gie per i censimenti, sia periodici, sia ad hoc, delle popolazioni animali stabilmente residenti sul territorio e/o migratrici;
  3. monitorare le specie problematiche nei confronti della fauna selvatica, del territorio e delle colture agricole, nel rispetto dei protocolli ISPRA, anche con valutazioni di tipo sanitario, e con relativa raccolta di dati rilevanti al fine di meglio comprendere i comportamenti e le peculiarità;
  4. monitorare comportamenti, rapporti e consistenza del fenomeno dei cani randagi con la collaborazione delle ASL e dei Comuni interes­sati al fine di creare le condizioni per un’efficace cattura, tale da non avere impatti negativi sul patrimonio agro-silvo-pastorale dei territori interessati;
  5. realizzare convegni, corsi, seminari, master specialistici per la pre­parazione di cacciatori di ungu­lati o di specie problematiche con metodi selettivi, nonché per la preparazione di figure di alta specializzazione nei settori istituzionali dei partners, anche ai fini dello sviluppo sociale ed economico;
  6. realizzare corsi e seminari di preparazione agli esami per il conseguimento della licen­za di porto di fucile per uso di caccia e abilitazione all’esercizio venatorio, con il coinvolgimento delle associazioni vena­torie, ambientaliste ed agricole e degli enti locali interessati;
  7. creare un sistema informatico e telematico in grado di archiviare, aggiornare, condividere, integrare, modificare i dati reperiti con l’attività di ricerca e monitoraggio sul territorio per l’analisi della fauna selvatica, dell’attività venatoria, della sostenibilità ambientale;
  8. incentivare, affiancare, orientare gli operatori del settore nella creazione e gestione dei centri di recupero della fauna selvatica, nonché delle altre strutture tecniche funzionali alla corretta programmazione e gestione faunistico-venatoria;
  9. in via più generale, supportare gli ATC e la Provincia nelle loro varie azioni istituzionali così come previste dalla legge 26/2012 e s.m.i. nonché dalle altre norme e regolamentazioni collegate e, tra queste, quelle relative alla gestione del risarcimento danni alle colture prodotti da fauna selva­tica, con la verifica della cause e l’individuazione delle modalità in grado di affrontare tale problematica, ed al controllo della fauna selvatica ed, in particolare, di cinghiali, corvidi e volpe;
  10. promuovere e affiancare iniziative che coinvolgano, oltre alla partnership di cui al presente Protocollo di Intesa, soggetti del mondo imprenditoriale e istituzionale per implementare sistemi di filiera produttiva connessa alla gestione faunistico-venatoria, nonché sistemi turistico-ambientali-culturali-eno-gastronomici in grado di creare sviluppo economico e sociale.

Dopo la firma, gli attori si devono adesso cimentare nelle fasi di programmazione e azione sul territorio per dare segni tangibili a tutti i soggetti interessati a qualsiasi titolo: pubblici e privati, persone fisiche e giuridiche, operatori economici e soggetti istituzionali.